3 escursioni facili nei dintorni di Roma

17.11.2020
I Lagustelli
I Lagustelli

In questi giorni di mi sono chiesta più e più volte cos'era rimasto di bello da fare in questo lockdown leggero (in realtà non molto diverso da quello di marzo e aprile) e che senso abbia scrivere ora di cose da visitare in futuro, spero non troppo lontano, in cui avremo ancora il controllo delle nostre vite e la libertà che ci lega ai nostri hobby preferiti che siano escursioni, sport, passatempi...in realtà ciò che ci è davvero rimasto forse è la natura. Sempre che non sopraggiunga un meteorite o esploda un vulcano, per concludere in bellezza questo 2020 dal sapore apocalittico, allora forse non ci rimarrà che rinchiuderci nel bunker di monte Soratte... a parte gli scherzi, voglio con questo articolo darvi un po' idee per degli itinerari facili facili...se state impazzendo definitivamente come me, provate ad affidarvi a una passeggiata nel bosco, soprattutto col meraviglioso foliage autunnale, fare una piccola scalata di un monte, sedervi accanto a una piccola cascata. Ormai anche la scienza è concorde nell'affermare che perdersi nei boschi, riconnettersi con la natura, rigenera l'anima, e mai come in questo periodo ce n'è un disperato bisogno.

A me, personalmente, nello sconforto e nell'incertezza nel futuro hanno salvato questi momenti, sia viverli che ripensarli.. Durante questa nuova e prevedibile ondata, abbiamo dovuto sottostare a nuove restrizioni, ma questi percorsi sono tutti pensati per rimanere nel Lazio senza sconfinare e senza entrate a castelli, grotte e musei, che infilo in ogni articolo, proprio perché di nuovo chiusi. Seguimi allora.

  • PERCILE e i LAGUSTELLI

Prendi la macchina e con l'A24 uscita Vicovaro-Mandela arriva al complesso di San Cosimato. E' già visibile dall'autostrada, a picco sulla valle dell'Aniene, un sistema di grotte naturali modificate dai monaci, adibite a celle e piccole cappelle tra cui una dove abitò di San Benedetto e le grotte dell'ex oratorio di San Michele Argangelo. le Grotte sono collegate tra loro tramite scale scolpite nella roccia che partono dal monastero e conducono fino al fiume.

Dopo la visite alle grotte rupestri, passa Licenza e tenta, se sei fortunato, di visitare la Villa di Orazio, donata al poeta da Mecenate nel 33 a.C., personalmente mai trovata aperta Qui siamo già nel parco nazionale dei Monti Lucretili, e da qui raggiungi Percile, borgo di 231 abitanti a 575 m. di altezza sul livello del mare. Poco prima della strada che porta ai Lagustelli ( troverai le indicazioni stradali) c'è un unico ottimo ristornate, la locanda La Vecchia Scola. Si prosegue costeggiando un sentiero bellissimo in piano e in un paio di kilometri hai raggiunto i Lagustelli, due laghetti di origine carsica, Il più piccolo, chiamato Marraone è un po' più nascosto e difficile da trovare, anche a causa del fatto che d'estate la sua massa d'acqua si riduce notevolmente. Il lago più grande denominato Fiaturno è sicuramente il più bello dei due, frequentato da un numero assurdo di rane gracchianti ben visibili nell'acqua verde, che sembrano essere gli unici abitanti del lago. 


Scendendo dai Lagustelli, non lontano da Percile, fai tappa in due splendidi borghi poco conosciuti: Anticoli Corrado e Roviano.

Ad Anticoli Corrado merita una visita il Civico museo di arte moderna: che conserva principalmente opere di artisti come Oskar Kokoschka, Emanuele Cavalli, Attilio Selva, Felice Carena, Arturo Martini, Giulio Aristide Sartorio, Adolfo De Carolis, Pietro Gaudenzi, aventi un legame diretto con il paese. Il museo solitamente è chiuso, ma chiamando il numero sul portone principale il responsabile sarà ben felice di venire ad aprirti. Il paese per la sua bellezza è stato spesso usato come set cinematografico.

A Roviano visita il Castello Brancaccio, fortificato, appartenuto nei secoli ai principi Colonna, Sciarra, Brancaccio ed altre famiglie, fu costruito ad opera dell'Abbazia di Subiaco. Nei secoli fu spesso rimaneggiato, e all'interno è possibile visitare il Museo della Civiltà Contadina dell'alta valle dell'Aniene, uno dei più belli del Lazio di questo genere. L'atmosfera della nostra visita è stata resa unica dalla coincidenza con la Giornata delle Dimore Storiche, nel castello infatti era in corso una festa in stile medievale con il falò in cortile, con vino, castagne, bruschette, ma soprattutto con l'atmosfera spettrale del castello di notte illuminato dalle torce. 

>  CENCELLE, LA FARNESIANA E LA FALESIA DI RIPA MAIALE

Prendi l'autostrada in direzione Civitavecchia e esci alla rotonda uscita porto, e segui le indicazione per Località Farnesiana. Sei all'inizio di un percorso ai piedi dei monti della Tolfa, non lontano da Tarquinia, caratterizzata da una natura quasi incontaminata, intervallata da qualche casale o centri ippici ma per la maggior parte si tratta di una vastissima area ancora selvaggia e quasi per nulla abitata, in breve arriverai all'antico abitato di Cencelle, che vedrai stagliarsi su una piccola collina completamente diroccato. Si tratta dell'antica di Centumcellae (Civitavecchia). Racconta nel Liber Pontificalis il biografo di papa Leone IV, che la città di Centumcellae, attaccata e distrutta dai Saraceni, fu ricostruita a partire dal il 15 agosto dell'anno 854 in quest'altura lontana dalla costa per proteggere i superstiti dell'attacco. La città fu in seguito abbandonata a causa di un terremoto nel 1349. 

Nel sito archeologico sono ancora ben visibili le case, i negozi, del fabbro, del ceramista ecc, i palazzi civici, la chiesa e il cimitero. In particolare ti stupirà l'ottimo stato di conservazione della scala che porta alla cripta ma soprattutto fatti un giro al cimitero, con le tombe aperte e con ancora ben visibili ossa umane, mandibole, denti in bella vista.

Scendendo e prendendo un sentiero poco prima di salire a Cencelle, se vuoi sali a piedi sull'altura che assomiglia un po' (a me lo ha ricordato) Hanging Rock l'enorme roccia in Australia e che invece si chiama Falesia di Ripa Maiale (lo so come nome era meglio "Hanging Rock", ma tant'è!) famosa per l'arrampicata e con una serie di cartelli con messaggi incomprensibili che gli appassionati di questo sport hanno lasciato e che per noi profani è arabo.

Come ultima tappa prosegui e prendi in direzione Località Farnesiana e visita l'antico borgo, con il lago e la chiesa. La tenuta fu edificata da Papa Paolo III per sostentare i minatori che dopo la scoperta della cave di allume, si erano stabiliti nella zona e avevano difficoltà ad approviggionarsi. Infatti all'interno sono ancora visibili i ruderi dei granai, ormai completamente scoperchiati e diroccati. Suggestiva in tutta la sua decadenza la chiesa in stile neogotico a cui furono aggiunte arcate esterne per cercare di contenere la precaria stabilità della chiesa, ormai in stato di abbandono ma proprio per questo ricca di fascino. 

>  L'ANTICA CITTA' DI GALERIA

Poco dopo la tenuta di Santa Maria di Galeria, piccolo borgo sulla Braccianense, si arriva all'unico accesso al Monumento Naturale di Galeria Antica, città-fantasma meno nota dell'antica Monterano ma comunque altrettanto affascinante. Già conosciuta dagli Etruschi per la sua posizione difensiva strategica, Galeria era una cittadina abitata fino al 1809 che sorgeva su una rocca tufacea che costeggia il fiume Arrone. Una volta abbandonata, la vegetazione si è appropriata dell'area formando un ecosistema di particolare interesse e bellezza, frequentato anche da nobili stranieri che nel tardo '800 si dedicavano al Grand tour d'Italia. Tra i palazzi, le botteghe e chiese oggi si ergono querce, salici, aceri e piante rampicanti le cui radici hanno contribuito a distruggere quel poco che era rimasto del borgo, come se l'epidemia di malaria, incendi e fulmini non avessero fatto già abbastanza. Un tempo, in epoca medievale sorgeva un castello poi andato distrutto eccetto le mura, ancora visibili, mentre della chiesa principale, rimane solo il campanile. 

Ma come mai Galeria fu abbandonata? Come già detto alcuni cataclismi ma soprattutto l'epidemia di malaria che infestava l'Agro Romano, furono le cause principali, ciò che rimane tuttora un mistero è la fretta con la quale gli antichi abitanti lasciarono il borgo, pare infatti che anni dopo l'abbandono furono ritrovati degli utensili e dei cadaveri ancora ammassati nei carri, come se gli abitanti non avessero avuto il tempo per prepararsi alla fuga. Rende il luogo ancora più inquietante la scoperta che nelle grotte, un tempo forse cantine del paese, si trovino delle scritte riconducibili a probabili riti satanici, vista la natura dei simboli (vedi foto) che lasciano poco all'immaginazione.