Archeo-trekking ad Albano Laziale

21.01.2021
Cisterna Romana di Albano
Cisterna Romana di Albano

Vi parlo oggi di Albano Laziale, bellissima cittadina tra le più grandi nei Castelli Romani, famosa soprattutto per la vicinanza ad Ariccia, a sua volta famosa per la celebre e deliziosa porchetta il piatto più conosciuto dei Castelli, di cui ogni romano verace va pazzo. 

Più antica di Roma, Alba Longa probabilmente formatasi dall'unione di tre insediamenti paleolitici già dal XI secolo, è celebre anche per i numerosi monumenti funebri a lato della via Appia, tra i più famosi è sicuramente quello degli Oriazi e dei Curiazi (seconda metà del I sec. a.C.).  Questo mausoleo secondo la leggenda sarebbe una replica dell'originale eretto sul luogo del duello tra le due famiglie, rappresentanti rispettivamente Roma e Alba Longa che si affrontarono in battaglia al V miglio della via Appia.

Tomba degli Oriazi e dei Curiazi
Tomba degli Oriazi e dei Curiazi

Decisiva per lo sviluppo della città fu la decisione dell'imperatore Settimio Severo di stanziare qui le truppe della Seconda Legione Partica (192 d. C.) e da questo momento assistiamo allo straordinaria crescita e importanza della città e dei suoi imponenti monumenti, non tutti visibili al turista che viene a farsi una passeggiata, non facili da visitare ma davvero straordinari persino per un visitatore di Roma. 

I Castra Albana potevano accomodare seimila legionari e parte delle rovine degli accampamenti sono ancora visibili in vari punti della moderna città, insieme a parti delle mura e delle sue torri, delle due porte, tra cui Porta Pretoria, l'accesso principale ai Castra. Visibili sono anche parti dell'antica via Appia, che costituiva anche il decumano massimo della città (per intenderci il moderno "Corso").

Resti delle antiche mura
Resti delle antiche mura

Non visibile all'interno della città moderna, ma posizionato nella parte alta dell'antica e fuori delle mura,  l'imponente Anfiteatro è visitabile con accesso a richiesta speciale. Voluta Da Settimio Severo, scavata nel tufo,  in modo da formare un terrazzamento su una collina, la struttura poteva contenere pare fino a sedicimila spettatori, non solo quindi i legionari, ma anche membri della corte così come spettatori dei vicini villaggi. Era dotato di cinque ingressi, e presentava un doppio ordine di arcate (altezza stimata 22 m.), di cui rimane solo la sottostante.

In epoca cristiana, alcune arcate dell'anfiteatro furono convertite in nicchie per ambienti di sepoltura.


Come tutte le città romane, Albano aveva i suoi bagni pubblici, che insieme all'anfiteatro andavano a costituire l'elemento di intrattenimento (oltre che di igiene) della legione. Le Terme di Cellomaio furono costruite da Caracalla (III sec. d. C.) e rifornite d'acqua con ogni probabilità dagli enormi Cisternoni di cui parlerò in seguito.  All'esterno sono visibili gli imponenti resti, in parte inglobati nel convento adiacente. Alcune parti delle mura delle terme sono visibili anche dal Museo della Seconda Legione Partica (via Volontari del Sangue 6/8 contatti al 06/9323490).

Il museo è infatti ubicato in alcuni ambienti delle Terme, ed è incentrato sulla vita militare, organizzativa e di ogni aspetto sociale degli abitanti del Castrum. Dalle riproduzioni in scala 1:1 degli uniformi dei legionari, ai loro oggetti quotidiani, alle descrizioni degli alloggi delle famiglie, offre un particolare punto di vista sulla vita quotidiana dei soldati.

Ma veniamo a quello che secondo me e molti sono le highlights di Albano, ovvero la Cisterna, la Rotonda e le Catacombe.

Per approvvigionare d'acqua la città fu costruita un'enorme cisterna, collegata a due acquedotti direttamente funzionante, fino a qualche anno fa infatti era piena d'acqua (poteva contenere fino a diecimila litri), negli anni novanta invece è stata sostituita.

Simile a una cattedrale gotica sotterranea è sicuramente una delle cose più belle di tutti i Castelli Romani, e una dei monumenti più rari e curiosi dell'intero Lazio, impossibile inoltre non trovare un parallelismo con la grande cisterna di Istanbul e sebbene questa sia più piccola, è sicuramente altrettanto maestosa.

Fu scavata in profondità nel terreno tufaceo, e dall'esterno l'unica traccia dell'ambiente ipogeo sono dei grandi finestroni, un tempo decorati, da cui si accede all'interno, e tramite una ripidissima scala si accede al fondo della cisterna, dotata di cinque navate suddivisi da altrettanti imponenti pilastri rivestiti da cocciopesto, un materiale usato per rendere impermeabile la struttura. Un tempo molti artisti e pittori tra i quali Giovan Battista Piranesi si recavano a immortalare quest'opera d'arte idraulica, chiamata i Cisternoni,  che sfortunatamente subì pesanti danneggiamenti durante la seconda guerra mondiale.

La chiesa di Santa Maria della Rotonda (Via Don Luigi Minzoni, 40), è considerata un piccolo Pantheon, poiché  ha una storia simile a quella del monumento adrianeo. Fu costruita infatti su un ambiente dell'età di Domiziano (probabilmente un ninfeo per la vicina villa dell'imperator, seconda metà del I sec d.C.) che presentava nicchie per statue (aventi anche la funzione di alleggerire l'edificio), un oculum (oggi non più visibile) e fu successivamente trasformato in edificio di culto cristiano. La differenza con la storia del ben più famoso Pantheon sta in una trasformazione di mezzo, che coincide con la costruzione dei Castra, in quanto prima di diventare chiesa fu trasformato in struttura termale per i funzionari della legione e rinnovato con mosaici a tessere bianche e nere a tema (mostri marini e scene di palestra). La chiesa fu consacrata nel 1060 e le decorazione furono di nuovo cambiate con mosaici cosmateschi (XII sec.), presumibilmente furono proprio i legionari ad introdurre il cristianesimo ad Albano, dopo essere entrati in contatto con l'oriente.


Le Catacombe di San Senatore, per la cui visita si deve contattare la Curia di Albano in particolare la persona di don Marco (dato che ci siete, potete dare anche un'occhiata al nuovo Museo Diocesano, io per mancanza di tempo non ho potuto), sono l'altra grande scoperta di questa cittadina, non credo infatti di averle mai sentite nominare nemmeno per sbaglio da qualsiasi romano. Ci incontriamo quindi con Don Marco e accediamo all'ambiente ipogeo della chiesa di S. Maria della Stella, proprio davanti alla Tomba degli Orazi e dei Curiazi.


Già utilizzata come cava di pozzolana in periodo pre-cristiano, il sito fu utilizzato a scopo funerario dal III sec. d. C. e fino al XII. Uno dei motivi per cui si ritiene che sia stato frequentato così a lungo è la presenza di una chiesa di cui oggi rimangono gli splendidi affreschi e per la presenza delle reliquie di vari santi tra cui San Senatore. L'affresco principale rappresentante Cristo a mezzobusto, mentre un dettaglio del mosaico mostra una testa di un giovane santo, che si ritiene essere proprio il  martire-bambino Senatore. Le catacombe sono un labirinto infinito di vani cunicoli e cripte provvisti più o meno da resti umani. Attualmente sono una piccola parte è visitabile, ma molto ci sarebbe ancora da scoprire.

Per concludere in gloria la giornata, dulcis in fundo (ci sta tutto) dedicata a tanta cultura, cripte, chiese, musei, catacombe (e a quest'ora vi sarà venuta anche una discreta fame) vi segnalo il mio bar pasticceria preferito di Albano, per me tappa fissa ogni volta che capito da quelle parti, Fortini Lab (Corso Giacomo Matteotti, 108), dotato di una pasticceria veramente notevole sempre accompagnata da un'ottima presentazione dei piatti.

Contatti: per visitare le catacombe come già detto occorre contattare la Curia, info@museodiocesanodialbano.it tel/fax 0693269490, mentre per il resto dei monumenti è necessario contattare la mitica figura di Angelo che merita un particolare ringraziamento per disponibilità, la gentilezza e la simpatia,  custode di tutte le "chiavi" che ci hanno aperto tutte le porte della città: Angelo. 

Contattare tramite il Museo Civico di albano "Mario Antonacci" (Villa Ferrajoli), (museo@comune.albanolaziale.rm.it 069323490).

E dato che ci siamo un saluto ad Ilaria l'amica e collega che mi accompagna spesso in queste esplorazioni archeo-urbane!