Collepardo. Le Grotte, la Dolina D'Antullo e la Certosa di Trisulti

Abbastanza impegnativa per i tempi e le numerose tappe, è quest'escursione da Roma a Collepardo e limitrofi, con la meravigliosa Certosa di Trisulti che si staglia isolata tra i monti Ernici e i suoi pregevoli dintorni. Per raggiungerli si imbocca l'A24 e si esce verso Alatri/Fiuggi da SR214. La prima tappa che vi consiglio è una sosta di prima mattina al Lago di Canterno, un lago carsico poco profondo (max 25 metri), dov'è possibile ammirare l'airone cenerino, l'airone rosso e la gallinella d'acqua. Il lago a quanto pare si è meritato l'appellativo di lago fantasma in quanto è soggetto a prosciugamenti regolari, più o meno lunghi, durante i quali i pesci non muoiono ma si rifugiano in una grotta sotterranea.
Iniziamo risalendo per il paese di Collepardo che già di per sé merita una sosta, grazie al belvedere sui Monti Ernici e la valle sottostante, ma soprattutto per l'EcoMuseo che narra delle bellezze naturalistiche, storiche ed artistiche del territorio circonstante "il cui nome proviene dalla tradizione erboristica delle pendici dei Monti Ernici, definite dallo storico tedesco Febrònio "Orto del Centauro Chirone, maestro di Esculapio" che qui secondo la mitologia, si curò una grave ferita con le erbe spontanee raccolte" (fonte www.collepardo.it).
L'EcoMuseo è situato nel palazzo comunale "La Rocca" nei cui paini superiori è situato il Museo naturalistico (per gli orari consultare il sito ufficiale di Collepardo) in cui siamo stati accolti da una guida che ci ha narrato senza lesinare dettagli di erboristeria, carsismo, speleologia e biodiversità, ma soprattutto della fauna, visto che le montagne circostanti sono abitati da specie come il capriolo, cinghiale, gatto selvatico, istrice, lepre europea, lupo, martora/faina, volpe e tasso, ma anche sporadicamente dall'orso bruno, qui al museo presenti con riproduzioni a grandezza naturale. Del resto pare proprio che il nome stesso "Collepardo" derivi dalla presenza di gatti selvatici e linci .
Se vi siete scordati il pranzo al sacco e non sapete dove mangiare, considerate che a Collepardo ci sono solo due ristoranti e "da Vittorio" è spesso pieno la domenica, ma se glielo chiedete, vi preparano ottimi panini a portar via.
Proseguiamo per la celeberrima Certosa, nascosta nella foresta e famosa per la sua erboristeria.

Un gioiello costruito nel 1204 e voluto da Papa Innocenzo III e affidato dal 1208, ai monaci Certosini (per questo fu chiamata "Certosa"). Nel 1947 furono sostituiti dai monaci Cistercensi della Congregazione di Casamari. La Certosa che è dal 1873 considerato Monumento Nazionale, nel 2018 è stata affidatadal Ministero dei Beni culturali in concessione all'Associazione "Dignitatis Humanae Institute" .
Essendo la mia visita precedente al 2018, l'entrata era libera e gratuita, ma a causa cambio di concessione e soprattutto causa covid 19, ora l'entrata è consentita solo con visita guidata e, ovviamente è a pagamento, per info e orari (www.collepardo.it/certosa.htm).

Quindi visto che adesso la visita è guidata...mi limito a dirvi solo due parole sull'antica Spezieria. Qui infatti fu fondata nel XVII sec. una delle Farmacie monastiche più belle D'Europa, affrescata fra il XVIII e il XIX secolo. Pare infatti che nei monti Ernici si trovino più di 2.500 specie di erbe spontanee e di cui si servivano i monanci nel Medioevo per preparare medicinali ma anche liquori, cibi e saponi.
La Farmacia è decorata con trompe-l'œil in stile pompeiano e con arredi in legno dorato per conservare i preziosi vasi in vetro contenenti le erbe, spesso anche ricavate dalle piante coltivate nel meraviglioso Giardino all'italiana, e i veleni estratti dai serpenti.
Il Salottino del Balbi è la sala d'attesa antistante la Spezieria, dove i monaci facevano attendere le persone che attendevano il medicinale richiesto, ed è stato decorato con il ritratto di frate Benedetto Ricciardi, direttore della farmacia all'epoca della decorazione.
La Certosa è composta anche dall'antica foresteria romanico-gotica detta "Palazzo di Innocenzo III", che contiene un'antica biblioteca (36.000 volumi), e la chiesa di San Bartolomeo, quest'ultima, concepita come chiesa gotica, fu poi rimaneggiata e presenta oggi un aspetto barocco,
La Certosa presenta anche all'interno un negozio detto Liquoreria, che purtroppo ora è momentaneamente chiuso, con i classici prodotti quali liquori, marmellate, cioccolate e prodotti erboristici di ogni sorta, e all'esterno un ristorante-bar, che è l'unico punto di ristoro dell'area.
Prima di abbandonare la Certosa, vi consiglio una virata sulla sinistra per una breve sosta all'eremo di San Domenico; un piccolo sentiero, intervallato da tabelle con la storia del santo, in 15 minuti circa vi porterà all'eremo dove il santo nel 983 si ritirò per tre anni. All'interno dell'Eremo, un busto in bronzo ricorda il Santo.
Dalla Certosa invece prendendo la destra in direzione Collepardo, merita una visita il Santuario della Madonna delle Cese, una piccola chiesa ricavata da una roccia scavata nella Montagna.
Si risale e si prosegue verso le Grotte di Collepardo, a cui si accede con visita guidata. Sicuramente non le grotte più belle che io abbia visto, ma meritano una breve tappa. Dette anche Grotte dei Bambocci per via delle stalattiti che ricordano dei pupazzi, sono delle cavità carsiche che presentano due ambienti principali, il più piccolo chiuso al pubblico per proteggere l'autoctona colonia di pipistrelli, e una stanza maggiore alla quale si accede da uno stretto passaggio, che ricorda una "foresta pietrificata" di stalattiti e stalagmiti.
Forse più curiosa e più rara rispetto alle grotte, è la Dolina D'Antullo o Pozzo d'Annullo, una voragine carsica di 300 metri di circonferenza e di 70 metri di profondità, creatasi dal collasso del soffitto di una grotta e che presenta oltre alle sue stalattiti ancora intatte e visibili sulle pareti, anche un suo bosco inaccessibile, dove però ogni tanto, ci fa sapere il custode (il pozzo è recintato per motivi di sicurezza e bisogna chiedere il permesso per entrare) ogni tanto vengono calati dei conigli e delle lepri e dopo un po' di tempo, quando si sono adeguatamente riprodotti, vengono organizzate battute di caccia...com'è possibile calarsi da quelle pareti senza rischiare la vita per cacciare due conigli sinceramente è storia a me non nota...ma tralasciamo!
In conclusione, io per vedere tutte queste cose io ci ho messo due giorni, ma credo che partendo abbastanza presto, cosa che io (essendo come si dice a Roma "de coccio") non faccio mai, sia fattibilissimo in una singola giornata.
Enjoy.