Ostia segreta, l'Oasi di Porto, il lago di Traiano, la Necropoli
Per noi romani, Ostia è sempre stata sinonimo di mare, stabilimenti, sole a pochi chilometri da Roma. Le domeniche d'estate specialmente in agosto come si sa, Ostia è l'inferno in terra, tale che è nota anche la battuta in romanesco "nun andà la domenica a Ostia che c'è er mostro" dove per mostro si intende la gente e la folla che nei giorni festivi rende le spiagge un carnaio umano. Ma esistono tanti posti a Ostia da visitare almeno una volta, al di là della celeberrima antica città romana di Ostia Antica, di cui non tratterò qui in quanto il sito archeologico è davvero immenso e merita almeno una giornata e una spiegazione approfondita da guida turistica. Invece vi parlerò di un'Ostia segreta, poco o per nulla frequentata che vale la pena visitare tra un viaggio e l'altro verso la spiaggia. Il primo è sicuramente il borgo dell'Ostia medievale, con il castello di Giulio II.
La cittadella fortificata fu costruita per volontà di Papa Gregorio IV (827-844) e fu chiamata "Gregoriopoli". Nel 1400 Papa Martino V fece restaurare la cinta muraria di Gregoriopoli e fece costruire all'interno delle mura tre file di case a schiera, che sono ancora oggi abitate e che costituiscono un parte molto suggestiva dell'antica cittadella, oggi frequentata anche per bistrot e ristoranti e per qualche piccolo negozio caratteristico. I lavori per la costruzione del castello, una delle opere più mirabili di architettura militare del Rinascimento, furono iniziati nel 1483 per volontà del cardinale Giuliano della Rovere (futuro Papa Giulio II, 1503-1513).
Veniamo ora a uno dei luoghi più "segreti" come vi avevo anticipato: l'Oasi di Porto, che include il lago, un tempo porto di Traiano, un bosco e una fauna che fanno del nome Oasi una parola veramente appropriata.
Questo angolo di pace e tranquillità si trova in via Portuense (civico 2264) e l'accesso è a pagamento con visita guidata (circa 10 euro) inclusa una piccola colazione, la passeggiata su un carro d'epoca trainato da cavalli di razza Ardennese che rendono ancora più scenografica e piacevole la passeggiata. Il calesse ci accompagna prima al casale delle anatre dove ci è offerta una colazione a base di tè, caffè e crostata fatta in casa da due signore vestite con divise da cameriere d'epoca poi si prosegue con la guida che ci parla parla dei tipi di piante e della fauna dell'Oasi, composta da gruppi di daini e da numerosissime specie di uccelli anche rari che si fermano a svernare nel lago: cormorani, aironi cinerini, cavalieri d'Italia, svassi, varie specie di anatre, e le rondini di mare. E' possibile osservarli da alcune costruzioni in legno che si mimetizzano nell'ambiente.
La guida ci parla anche dell'immenso bacino idrico a forma esagonale, il lago artificiale, un tempo porto di Traiano, fatto costruire dall'imperatore tra il 100 e il 112 d.C. che andò a sostituire il precedente Porto di Claudio, inutilizzabile per un insabbiamento. Il porto era dotato di grandi magazzini, che si possono ancora vedere così come la darsena e i templi. Dopo la caduta dell'impero romano, il porto venne abbandonato, e tale era il declino che nemmeno alcuni tentativi di bonifica da parte dei papi Pio II e Sisto IV riuscirono a recuperare il sito, ormai divenuta palude malarica. Ci riuscì invece Principe Alessandro di Torlonia nel 1856 che non solo operò una bonifica una volta acquistata la tenuta, ma provvide anche al recupero dei reperti archeologici, completamente ignorati fino ad allora.
Insomma vi consiglio quanto prima una visita, di solito si tengono il giovedì e la domenica, la prima alle 10, ma vi consiglio comunque di chiamare al numero 06 5880880 e di chiedere volta per volta.
Andiamo ora ad ammirare un luogo di sepoltura romana seminascosto, scavato negli anni 20 e 30 del secolo scorso, piuttosto difficile da trovare (seguite le indicazione per via Monte Spinoncia 52), chiamato Necropoli di Porto all'Isola Sacra.
Si tratta di un'area composta da circa 200 edifici funerari eretti tra il I e il IV sec. d. C. I sepolcri con tetto spiovente o piatto appartenenti per lo più a un ceto medio di commercianti o piccoli imprenditori ed erano spesso decorate con raffigurazioni dei mestieri dei defunti, e quindi vediamo l'ostetrica nell'atto di far nascere il bambino, il chirurgo nell'atto di operare, il fabbro che batte il ferro, ecc. La necropoli è aperta solo il giovedì e il venerdì a settimane alterne per cui consiglio di verificare prima sul sito ufficiale della pagina di Ostia dei Beni Culturali e l'accesso è gratuito.
Se siete ancora alla ricerca di qualche curiosità merita una breve sosta anche il parco archeologico dei Porti Imperiali di Claudio e Traiano, aperto sempre il sabato e domenica e sempre gratuito, situato nel comune di Fiumicino (via Portuense 2329).
Un tempo l'antico porto era infatti posizionato qui, un lento impaludamento infatti separa oggi l'antico porto dal mare. Nel 42 d.C l'imperatore Claudio fece costruire questo porto, un bacino di 150 ettari, con un imponente faro, e numerosi altri edifici di cui sono ancora visibili le gigantesche colonne in travertino sbozzato dette colonnacce. Si deve invece all'imperatore Traiano la costruzione del bacino esagonale e degli enormi magazzini Severiani per lo stoccaggio delle merci. Nel 314 d.C per l' importanza lo scalo si guadagnò il titolo di città e divenne ufficialmente la città di Portus Romae.
Infine, per chiudere in gloria la giornata non mi resta che consigliarvi quella che per me è tappa fissa ogni volta che sono a Ostia, il krapfen alla storica pasticceria Paglia in piazza Anco Marzio, al di là della delizia del krapfen stesso nelle varianti crema, marmellata, cioccolato e pistacchio, il negozio è famoso per il meccanismo con il quale vengono trasportati krapfen dal forno interno al bancone, ovvero un dirigibile in miniatura che ha ben 85 anni! La prima pasticceria venne infatti aperta a Roma nel 1935 dalla famiglia Paglia e se oggi neanche ci si fa caso, immagino che per l'epoca costituisse un qualcosa di sbalorditivo!
